HitchBOT, il robot autostoppista
|Cosa fareste se doveste incontrare un robot che vi chiede un passaggio sul ciglio della strada?
HitchBOT, un robot dall’aspetto amichevole frutto della collaborazione tra le università canadesi McMaster University e Ryerson University, ha attraversato il Canada cosat-to-coast da Halifax fino a Victoria dimostrando che un simile viaggio è possibile.
L’avventura, iniziata il 27 luglio 2014, si è conclusa in 21 giorni grazie a 19 passaggi in auto. Lungo la strada, HitchBOT ha documentato sui principali social network paesaggi ed incontri.
Twitter , Instagram , Facebook e sito ufficiale.
Il riscontro della rete e dei media è stato ampio e rapido: oltre 33000 follower su Twitter, 45000 like su Facebook e articoli su grandi testate americane e mondiali (in Italia sul Corriere web) e persino una voce su Wikipedia.
La statura di un bimbo, tutina blu e stivali di gomma gialla, un monitor che esprime le emozioni attraverso emoticon: un passeggero insolito che tuttavia ha suscitato più di una reazione positiva finendo per fare il turista e condividere non solo il viaggio ma anche un pezzetto di vita dei suoi ospiti, come quando è stato invitato a un matrimonio o ha fatto visita ad una tenuta vinicola.
L’esperimento fonde insieme scienze umane e robotica: può un robot aver fiducia negli umani? L’obiettivo era testare la capacità di un’intelligenza artificiale di comprendere e imparare il linguaggio naturale e dunque di interagire con l’uomo. Un ribaltamento di prospettiva che ha richiesto a HitchBOT di dotarsi una personalità accattivante in modo da gudagnarsi la simpatia degli automobilisti di passaggio. A giudicare dai risultati, l’esperimento è riuscito. E’ facile immaginare che la mole di dati raccolta darà da lavorare per lungo tempo ai suoi creatori.
Nel frattempo, un altro robot è in viaggio: KulturBOT, fratello maggiore di HitchBOT, che si sposta per gallerie d’arte esplorando la bellezza creata dall’uomo prima dell’invenzione della robotica.